Progetto VaiaLand - “Analisi del rischio da frana e conseguenti azioni per la mitigazione del rischio e gestione delle criticità anche ai fini di protezione civile, del territorio della Regione Veneto”.
Accordo di collaborazione tra il Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica, l’Università degli Studi di Padova – Dipartimento Geoscienze e Dipartimento TESAF e la Regione del Veneto – Direzione Difesa del Suolo. O.C.D.P.C. n. 558/2018 – O.C. n. 4 del 21 aprile 2020 Importo complessivo € 300.000,00. CUP H65J20000080001.
A seguito dei noti eventi alluvionali di fine 2018 che hanno interessato il territorio regionale, sono emerse diverse criticità conseguenti alle intense precipitazioni sui versanti e rete idraulica secondaria, alle forti raffiche di vento e alle porzioni di patrimonio forestale abbattute. Successivamente sono state attivate azioni conoscitive, interventi e ripristino delle condizioni di equilibrio e protezione.
In questo quadro, è stata rilevata la necessità di approfondire il tema frane, inteso in senso ampio come modifica dell’equilibrio dei versanti, in relazione al coinvolgimento di elementi antropici e più in generale alle modifiche intervenute che possano interferire con le attività umane, in ottica di gestione del rischio (anche su base temporale secondo scenari evolutivi).
A tal riguardo con Decreto Commissariale n.1759 del 28 settembre 2020 è stato approvato lo schema di Accordo comprensivo di un allegato tecnico per lo svolgimento delle attività in oggetto. In data 29 settembre 2020 è stato sottoscritto l’Accordo tra le parti menzionate in oggetto, per una durata complessiva di 2 anni, il cui termine è stato prorogato di ulteriori 6 mesi con nota n. 78936 del 21/02/2022 della Direzione Difesa del Suolo e della Costa al 28/03/2023, motivato principalmente dall’emergenza COVID.
L’obiettivo principale del progetto risponde all’esigenza di valutare i possibili scenari evolutivi dei versanti interessati dal fenomeno VAIA nel territorio bellunese e la gestione dei fenomeni franosi nell’aree a maggior criticità idrogeologica.
Oltre alla tempesta VAIA sono stati analizzati e raccolti i dati relativi all’evento meteo che ha colpito il territorio bellunese il 6 dicembre del 2020. Si sono inoltre selezionate delle aree test per la definizione di metodologie sperimentali di indagine a analisi atte a definire delle best practice nella gestione del territorio. Nella fattispecie sono state individuate l’alto bacino del T. Cordevole, la Val Visdende e la conca dell’Alpago come zone di approfondimento su cui valutare la validità dell’approccio metodologico proposto.
Si riportano per punti il programma delle attività:
- Raccolta, catalogazione ed omogenizzazione dei dati di interesse prodotti dopo l’evento Vaia.
- Analisi di immagini telerilevate per la valutazione degli effetti dell’evento Vaia sulla stabilità dei versanti e della copertura forestale.
- Ground truth e rilievi di campagna per la validazione dei dati satellitari e l’individuazione e caratterizzazione di aree di particolare criticità.
- Modellazione numerica e proposte di interventi di mitigazione su una selezione di aree critiche.
- Studio di fattibilità per l’implementazione di un sistema di “Rapid Damage Assessment” post evento.
- Comunicazione e divulgazione dei risultati.
Azioni principali intraprese e prodotti
L’ottica di lavoro prevede di passare attraverso le fasi di conoscenza, valutazione del rischio, definizione delle azioni, proposta tecnico economica su un numero congruo di situazioni.
Grazie a questo Accordo sono state proposte ed utilizzate tecnologie e metodi tra i più avanzati e innovativi, valutandone anche la riproducibilità e il riutilizzo per eventuali situazioni simili future e sostenibili da punto di vista economico.
Si riporta un elenco delle attività svolte nel corso della prima annualità dell’Accordo e i risultati prodotti:
- recupero e organizzazione dati (frane, interventi, analisi svolte) con il supporto degli uffici regionali e valutando eventuali azioni conoscitive realizzate in ambito di ricerca;
- analisi di dati satellitari di diverso tipo e scala, utili a definire le aree dei versanti che hanno subito una modifica e loro evoluzione temporale;
- predisposizione di un webgis in cui sono stati archiviati i dati delle aree di maggior interesse, i dati puntuali relativi alle segnalazioni degli eventi VAIA e dicembre 2020, i dati puntuali e poligonali dei sopralluoghi dei due eventi meteorologici, i dati relativi agli schianti dell’evento VAIA, i dati e i prodotti del telerilevamento (PHInsar, ortofoto e immagini SPOT);
- raccolta e organizzazione delle informazioni della copertura forestale;
- interpretazione dell’analisi interferometrica SqueeSAR;
- implementazioni di tecniche GIS per la valutazione delle condizioni di rischio residuo;
- stima dei parametri relativi alla necromassa attraverso l’analisi di dati satellitari;
- campagne di rilievo geologico e geomorfologico;
- rilievi di campagna finalizzati a stimare la quantità di materiale presente a terra;
- elaborazioni interferometriche delle aree di studio;
- studio di fattibilità per l’implementazione di un sistema di “valutazione rapida del danno post- evento;
- analisi interferometriche per la mappatura di aree in dissesto in tempo quasi-reale;
- sviluppo di metodologie di telerilevamento ed algoritmi finalizzati al “change detection” (cambiamento di stato);
- utilizzo di dati telerilevati per la mappatura rapida di aree interessate da schianti mediante l’utilizzo di immagini satellitari multispettrali.
Al seguente link sono disponibili approfondimenti riguardanti le fasi che contraddistinguono: