TUTELA DELLE ACQUE

Il Veneto è un territorio ancora ricco d’acqua, ma minacciato da vari fattori di inquinamento idrico e dalle conseguenze del cambiamento climatico; è un dovere esserne consapevoli e preservare la qualità e la quantità di questa risorsa primaria. E’ quindi fondamentale capire che l’inquinamento di un corso d’acqua, di un lago, di una laguna, del mare o di un pozzo, il prosciugamento di una risorgiva, l’abbassamento di una falda, sono eventi ormai insopportabili per un ambiente già stressato da innumerevoli attacchi quotidiani.

Le norme europee in materia di acque sono rappresentate dalla Direttiva Quadro Acque 2000/60/CE (DQA) “che istituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque”, recepita in Italia con il Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 “Norme in materia ambientale” e dalla Direttiva 2006/118/CE (GWD) specificatamente dedicata alle acque sotterranee recepita con il Decreto Legislativo 30/2009 “Attuazione della direttiva 2006/118/CE relativa alla protezione delle acque sotterranee dall’inquinamento e dal deterioramento”. 

Per quanto sopra premesso, la strada da percorrere per tutelare il patrimonio idrico regionale è quella tracciata in ambito europeo e recepita nell’ordinamento nazionale, che prevede:
•  la protezione ed il miglioramento dello stato delle acque superficiali e sotterranee e degli ecosistemi acquatici, fino al raggiungimento dello stato di “buono” per tutte le acque;
•  la particolare tutela delle acque destinate a scopo potabile;
•  l’eliminazione delle sostanze pericolose prioritarie negli scarichi, nei rilasci da fonte diffusa e nelle perdite, e la graduale riduzione delle sostanze prioritarie negli stessi;
•  un utilizzo sostenibile dell’acqua fondato sulla regolamentazione dei prelievi, su tecnologie basate sul risparmio idrico, sul riutilizzo delle acque e in definitiva sulla protezione a lungo termine della quantità delle risorse idriche disponibili, per far fronte a situazioni di siccità;
•   la mitigazione degli effetti delle inondazioni, anche attraverso il contenimento del consumo di suolo;
•  la gestione delle risorse idriche sulla base dei bacini idrografici più che sulla base dei confini amministrativi;
•  il riconoscimento del giusto prezzo dei servizi idrici che tenga conto del loro costo economico reale;
•  la partecipazione dei cittadini e dei diversi soggetti fruitori dell’acqua alle scelte adottate in materia, anche attraverso strumenti quali i Contratti di Fiume.

I corpi idrici veneti sono costituiti da corsi d’acqua, laghi, acque marino-costiere, acque di transizione ed acque sotterranee. Le caratteristiche dei bacini idrografici e dei corpi idrici sono presentate nel Piano di Tutela delle Acque e nei Piani di Gestione delle Acque dei Distretti idrografici delle Alpi Orientali e del fiume Po.

In base alle norme sopracitate, l’obiettivo di qualità è il raggiungimento dello stato “buono” per tutti i corpi idrici, ecologico e chimico per le acque superficiali, chimico e quantitativo per le acque sotterranee.

Al fine di verificare il raggiungimento degli obiettivi di qualità, ARPAV svolge il monitoraggio dei corpi idrici superficiali e sotterranei ai sensi del DM 260/2010 e del D.Lgs. 30/2009 che definiscono rispettivamente i criteri tecnici per la classificazione dello stato dei corpi idrici superficiali e sotterranei. 



Data ultimo aggiornamento: 08 gennaio 2024