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Data ultimo aggiornamento: 15 marzo 2023

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Endometriosi

L’endometriosi è una patologia dolorosa, cronica e potenzialmente invalidante, dal punto di vista fisico e  psichico. Sono affette da questa patologia  il 10-15% delle donne in età fertile, con diversi gradi di severità, ed il 30-50% delle donne, con diagnosi di infertilità o con difficoltà a concepire. 

La diagnosi, purtroppo,  è complessa e arriva con un ritardo stimato di circa 7 anni, con gravi ripercussioni psicologiche sulla donna. 

Esistono però dei sintomi associati a questa patologia che, se riconosciuti e comunicati al proprio medico, possono favorire una diagnosi tempestiva. Diagnosticare precocemente questa patologia permette di accedere il prima possibile alle cure, di fondamentale importanza perché possono migliorare la qualità della vita e prevenire l’infertilità. 

Conoscere questa malattia è quindi il primo passo per combatterla.
Di seguito alcune “Domande e Risposte” volte a creare consapevolezza sull’Endometriosi.

 

1) Cosa si intende per endometriosi? 

L’endometrio è il tessuto che riveste la superficie dell’utero. L’endometriosi è è una patologia cronica che si manifesta quando un tessuto simile all’endometrio, si forma e cresce in una sede “anomala”, cioè all'esterno dell’utero. Le aree interessate dall’endometriosi sono sensibili ai livelli di ormoni che regolano il ciclo mestruale e pertanto sanguinano periodicamente. Tali formazioni possono essere causa di dolore, infiammazioni e altri disturbi talvolta invalidanti, che possono colpire la donna, specie durante le mestruazioni, anche per tutto il periodo riproduttivo.

 

2) Cosa causa la malattia?

Le  cause dell’endometriosi non sono ancora  del tutto note. Una delle ipotesi principali è la cosiddetta “teoria della mestruazione retrograda”.  Secondo quest’ipotesi, a causare la formazione e crescita dell'endometrio all’esterno dell’utero sarebbe il passaggio, causato dalle contrazioni dell’utero durante la mestruazione, di frammenti di endometrio dall’utero alle tube e da queste in addome, con conseguente impianto sul peritoneo, sulla superficie degli organi pelvici e, raramente, su altre sedi.
Questa teoria non ne esclude altre, tanto che sono stati diagnosticati anche rarissimi casi nel sesso maschile. 
Ci sono anche alcuni fattori che predispongono allo sviluppo di questa patologia, tra cui:

- le caratteristiche istologiche del tessuto responsabile della malattia. Questo tessuto è anche caratterizzato da un’alta capacità di “adesività” che gli consente di aderire alle strutture esterne all’utero;

- stimolazione ormonale;

- alterazioni del sistema immunitario che permettono l’impianto del tessuto endometriosico, creando successivamente uno stato infiammatorio cronico;

- genetica e familiarità: le donne con una madre o una sorella affette da endometriosi hanno un rischio 7 volte maggiore di sviluppare la malattia.

 

3) A che età si può sviluppare l’endometriosi?

L’endometriosi può comparire già alla prima mestruazione e perdurare fino alla menopausa.  Il picco di casi si verifica tra i 25 e 35 anni, ma la patologia può comparire anche in più giovane età.
Sebbene sia considerata una malattia dell’età riproduttiva, raramente sono descritti  casi anche in postmenopausa, specie in donne che stanno assumendo trattamenti ormonali sostitutivi.

 

4) Quanto è frequente l’endometriosi?

L’endometriosi è una malattia diffusa, ma poco conosciuta: in tutto il mondo le donne con diagnosi conclamata sono 150 milioni, di cui 3 milioni in Italia. In Italia la malattia colpisce il 10-15% delle donne in età fertile e circa il 30-50% delle donne infertili o con difficoltà a concepire.


5) Quali sono i sintomi dell'endometriosi ?

L’endometriosi è una malattia difficile da diagnosticare, perché i sintomi possono essere generici o in alcuni casi assenti. Questo causa spesso un ritardo nella diagnosi della malattia  di  7 anni, con gravi ripercussioni psicologiche sulla donna.
Prestare attenzione e riconoscere i sintomi  che possono essere associati all’endometriosi permette di avere una diagnosi precoce. Una pronta diagnosi ed un trattamento tempestivo possono fare vivere meglio e prevenire l’infertilità.
Riportiamo di seguito i principali sintomi che colpiscono le donne con endometriosi. Ricordiamo che gli stessi possono avere anche altre cause e che per la diagnosi è fondamentale rivolgersi sempre al proprio medico di medicina generale/ginecologo.

- dolore pelvico: dolore nella parte bassa dell’addome persistente per più di 6 mesi;

- dolore durante il ciclo mestruale: il dolore può influenzare in maniera rilevante l’attività quotidiana e la qualità della vita, divenendo invalidante;

- dolore durante o dopo rapporti sessuali. Sin dalla più giovane età è molto importante sapere che i dolori mestruali e durante i rapporti non sono normali e che non devono essere taciuti;

- ciclo mestruale lungo (oltre i 7 giorni), intenso flusso mestruale, perdite di sangue tra un flusso e l’altro;

- dolore alla defecazione, a volte accompagnato dalla comparsa di sangue nelle urine e nelle feci (può esserci in relazione alla sede colpita);

- disturbi urologici ricorrenti o durante il ciclo mestruale: dolori mentre si urina, (caratteristico della endometriosi vescicale), sangue nelle urine, frequenti infezioni alle vie urinarie (cistiti)

- cefalea, stanchezza fisica e lieve rialzo della temperatura corporea che può accentuarsi durante il periodo mestruale e fenomeni depressivi;

- disturbi intestinali ricorrenti o durante il ciclo: intestino irritabile, gonfiore addominale, stitichezza (stipsi), nausea, diarrea l’endometriosi comporta infiammazioni, aderenze, cisti e noduli;

- infertilità (30-40% dei casi).

 

6) Cosa fare in caso di sintomi sospetti?

Se si sospetta di avere alcuni sintomi tra quelli elencati è importante parlarne con il proprio medico di famiglia, che valuterà una visita da un ginecologo per una valutazione specialistica di approfondimento. È molto importante sin dalla più giovane età non sottovalutare e non tacere sintomi che possono essere associati all’endometriosi. Per la diagnosi, il medico curante potrà prevedere, diverse tipologie di accertamenti sulla base della specifica condizione clinica:

- visita addominale o pelvica;

- ecografia transvaginale o pelvica transaddominale: può valutare lo stato degli organi riproduttivi;

- risonanza magnetica pelvica;

- esami del sangue specifici;

- laparoscopia chirurgica: minimamente invasiva, permette di ispezionare la zona pelvica ed individuare l’eventuale presenza di endometriosi.

 

7) Come può influire l'endometriosi sulla quotidianità?

L’endometriosi può influire sui livelli di attenzione, causare stanchezza persistente o non riconducibile ad altre cause, ridurre il rendimento scolastico e le prestazioni fisico-sportive.
Il dolore pelvico cronico a lungo andare ha un impatto negativo sulla vita, causando potendo causare patologie psichiatriche come depressione, alterazione della vita sociale e sessuale con possibili ripercussioni negative sul benessere della coppia, oltre che disabilità fisica con conseguenze negative anche sul lavoro.
Il riconoscimento precoce è fondamentale perché permette un trattamento tempestivo migliorando la qualità di vita.

L’endometriosi non è solo un problema privato delle donne che ne soffrono: in Italia per congedi di malattia si spendono 4 miliardi di euro e la  spesa annua di farmaci per curare l’endometriosi è di 128 milioni di euro.

 

8) Quali trattamenti esistono per l’endometriosi?

Esistono dei trattamenti per l’endometriosi, che variano a seconda della gravità della condizione clinica riportata dalla paziente e alle sue specifiche esigenze.  Di seguito si riportano i principali trattamenti, che possono essere di tipo farmacologico o chirurgico, ricordando che la cura dev'essere personalizzata in base alle condizioni della paziente e prescritta dal proprio medico curante:

- antidolorifici anti-infiammatori: possono alleviare il dolore, ma è importante non abusarne e vanno assunti sotto controllo medico;

- per le donne con endometriosi sintomatica è indicato l’uso dei contraccettivi orali (estroprogestinico o del solo progestinico) continuativamente, senza l’interruzione ciclica di pochi giorni: migliora la sintomatologia e l’assunzione continuativa evita lo sfaldamento dell’endometrio simil-mestruale che favorisce un ulteriore passaggio di endometrio attraverso le tube;

- solo per casi limitati, di particolare gravità per cui è richiesto un intervento chirurgico, sono disponibili trattamenti con analoghi del GnRH: sono farmaci che bloccano totalmente la stimolazione delle ovaie e quindi la produzione ormonale creando un quadro di menopausa iatrogena. Sono in corso studi per individuare composti che creino meno effetti collaterali;

- trattamento chirurgico:  in alcuni casi può essere necessario, in base alla specifica condizione della paziente e su valutazione clinica; 

- supporto psicologico: può essere utile nel caso di disturbi psicologici o psichiatrici; possono essere utili anche tecniche di rilassamento.

 

9) La dieta può influire sull’endometriosi?

L’assunzione dei seguenti cibi può essere d’aiuto in quanto intervengono nel ridurre l’infiammazione:

- alimenti naturalmente ricchi di acidi grassi essenziali omega 3: frutta secca, semi di lino, di chia, di zucca, salmone, pesce azzurro di piccola taglia, avocado;

- alimenti ricchi di fibre: frutta, verdure, legumi, cereali integrali.

Può essere utile anche l’uso di integratori di omega 3 e 6, vitamina D, C, la cui assunzione deve avvenire su prescrizione del curante.
Sono invece sconsigliati: carboidrati raffinati, latticini, carne rossa specie se processata, grassi saturi, caffeina, cibi fritti, alcool, soia, avena, aloe, segale.

 

10) Endometriosi e gravidanza  

L'endometriosi è una malattia che si può manifestare con quadri clinici di gravità diversa. Le donne affette da endometriosi riescono a portare avanti una gravidanza. Nei casi più gravi, specie se associati ad una mancata diagnosi ed in assenza di trattamento tempestivo possono presentarsi delle situazioni di sterilità (30-40% dei casi).

In caso di diagnosi di malattia e desiderio di maternità è possibile rivolgersi a medici e centri specializzati per ricevere un trattamento personalizzato e mirato alle proprie esigenze.

 

11) Ci sono esenzioni per questa patologia? 

Sì, dal 2017, con i nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), l’endometriosi è stata inserita inserita, limitatamente agli stadi clinici più avanzati (“moderato o III grado” e “grave o IV grado") nell’elenco delle patologie croniche e invalidanti, riconoscendo alle donne che ne sono colpite il diritto ad usufruire in esenzione  di alcune prestazioni specialistiche di controllo. 
 

 



Data ultimo aggiornamento: 15 marzo 2023