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Data ultimo aggiornamento: 20 dicembre 2023

Bollettini olivicoli 2024

Data:   27.03.2024; 20.03.2024; 13.04.2024; 06.04.2024; 28.02.2024; 21.02.2024; 14.02.2024; 07.02.2024; 

 

Bollettino del 27 marzo 2024

 

Fenologia: le gemme apicali si sono rigonfiate come pure quelle a fiore laterali, che stanno evidenziando i piccioli.

Stato delle piante e operazioni agronomiche

Le chiome degli olivi si presentano mediamente in buono stato fisiologico. Le temperature del terreno a livello delle radici, 30 – 40 cm di profondità sono comprese tra i 12 e i 13°C, stanno iniziando la fase di assorbimento degli elementi nutrivi.

Si consiglia pertanto, nel caso di necessità, che  sono possibili apporti di fertilizzanti azotati a lenta cessione, alle dosi di circa 45 unità di azoto ad ettaro. Le recenti piogge hanno ben idratato i terreni e nei suoli vi è una sufficiente umidità per veicolare questi fertilizzanti verso la parte assorbente della radici.

Situazione fitosanitaria

Mosca dell’olivo (Batrocera oleae): sui punti di monitoraggio si riscontrano catture d’adulti, chi adotta trappole attract and kill a lunga durata, 180 giorni, può già posizionarle.

Cecidomia delle foglie dell'olivo (Dasineura oleae): si segnalata la presenza di larve di prima età di colore leggermente aranciato, con molta probabilità si sono attivate già alla fine di febbraio e sono entrate nel mesofillo fogliare, dove hanno creato una piccola galleria oblunga. Al momento non attuare azioni di difesa.

Parassiti Fungini: le attuali condizioni ambientali rendono possibili infezioni di Occhio di pavone e cancri rameali, come pure del batterio della Rogna dell’olivo; un’adeguata protezione diventa fondamentale intervento con prodotti rameici subito dopo le potature e dove, storicamente, si sono registrate infezioni importanti è possibile utilizzare la Dodina, che ha funzione preventiva e curativa.

Bollettino redatto in collaborazione con AIPO www.aipoverona.it – e con Bacino Imbrifero Montano dell’Adige

 

 

Bollettino del 20 marzo 2024

 

Fenologia: ripresa vegetativa con gemme a fiore che rimangono ancora chiuse e, solo negli areali più esposti, iniziano a sbottonare.

Stato delle piante e operazioni agronomiche

Le chiome degli olivi si presentano mediamente in buono stato fisiologico.

Le temperature del terreno a livello delle radici, 30 – 40 cm di profondità sono comprese tra i 10 e i 12°C, pertanto sono entrate nella fase di assorbimento degli elementi nutrivi e della soluzione circolante.

Situazione fitosanitaria

Mosca dell’olivo (Bactrocera oleae): dai controlli eseguiti sui punti di monitoraggio sono state rilevate in queste due ultime settimane catture di adulti, ciò indica che il dittero ha superato bene l'inverno come adulto e ha avuto una bassa o nulla mortalità a carico delle pupe nel suolo o nelle olive non raccolte. Considerato che sono rimaste molte olive sulle piante dopo la raccolta, soprattutto in oliveti abbandonati, si avrà una agevolazioni per le ovideposizioni primaverili. Per questo motivo, chi adotta trappole attract and kill a lunga persistenza, può già posizionarle, così da limitare la numerosità della popolazione.

Parassiti Fungini: le attuali condizioni ambientali rendono possibili attacchi di Occhio di pavone e cancri rameali, come pure il batterio della Rogna dell’olivo, un’adeguata protezione diventa fondamentale intervento con prodotti rameici subito dopo le potature e dove, storicamente, si sono registrate infezioni importanti. Le temperature di periodo consentono anche l’utilizzo della Dodina, che ha funzione preventiva e curativa.

Bollettino redatto in collaborazione con AIPO www.aipoverona.it – e con Bacino Imbrifero Montano dell’Adige

 

Bollettino del 13 marzo  2024

 

Fenologia: si è entrati nella prima fase di ripresa vegetativa, a livello delle radici e delle chiome le temperature hanno in media raggiunto e superato i 10°C.

Da inizio anno le precipitazioni pervenute sono state dai 200 ai 240 mm di pioggia, perciò terreni e piante sono ben idratati.

Difesa fitosanitaria

Il rischio fitosanitario del momento è dato dalle infezioni dell’Occhio di pavone (Venturia oleagineae), facilitato nella sua diffusione dalle precipitazioni di questi ultimi giorni, infatti i conidi di questo fungo patogeno si diffondono nell’oliveto prevalentemente con le piogge.

Le infezioni iniziano a rendersi evidenti con macchie circolari clorotiche, per la mancata o insufficiente formazione della clorofilla, poi assumono un colore bruno scuro fuligginoso, contornate da un alone giallastro.

Il decorso della primavera determinerà la necessità di eventuali successivi interventi, al momento i prodotti consigliati a contrasto riguardano principalmente i rameici, come l’ossicloruro di rame, l’idrossido di rame o il solfato di rame, che non penetrano nei tessuti vegetali e hanno una funzione solo preventiva.

L’utilizzo dei prodotti rameici provoca la caduta delle foglie infette.

Si può anche ricorrere a un’altra sostanza fungitossica, la Dodina, che penetra nei tessuti vegetali e svolge un ruolo di prevenzione, impedendo la penetrazione e l'insediamento del patogeno nei tessuti sani.

Allo stesso tempo la Dodina è curativa, perché contrasta lo sviluppo delle cellule fungine nel periodo d’incubazione, cioè fra l'inoculo e la comparsa dei sintomi, ed è eradicante, perché evita nelle foglie l’allargamento delle aree infette impedendo che si formino e si diffondano nuove spore di propagazione del patogeno.

La Dodina non provoca la caduta delle foglie, che rimangono sull’albero e continuano a svolgere la sintesi clorofilliana.

I formulati in commercio di Dodina vanno utilizzati nelle ore più calde della giornata, consentendo l'impiego anche nelle fasi iniziali di difesa fitosanitaria e sono consentiti due interventi l’anno.

Bollettino redatto in collaborazione con AIPO www.aipoverona.it – e con Bacino Imbrifero Montano dell’Adige

 

Bollettino del 06 marzo 2024

 

Fenologia: si sta entrando nella fase di ripresa vegetativa, a livello delle radici le temperature hanno raggiunto mediamente i 10°C.

Prima dose di fertilizzanti azotati

Nei territori olivicoli regionali proseguono le attività di potatura; appena queste saranno concluse si consiglia di attuare una prima concimazione azotata, così da sostenere adeguatamente la pianta nello sviluppo dei rami e nuove foglie.

Indicativamente le dosi potrebbero essere di circa 40 Unità fertilizzanti a ettaro.

Difesa fitosanitaria

Oziorrinco dell'olivo (Otiorrhynchus cribricollis): si è rilevata la presenza di rosure a forma di mezza luna, riconducibili alla presenza di Oziorrinco dell'olivo. Nel caso d’infestazioni subito dopo la potatura è possibile applicare dei manicotti di "lana di vetro" sul tronco a 30/40 cm da terra per impedire all'insetto di salire durante la notte.

Scolitidi (Phloeotribus scarabeoides, Hylesinus oleiperda): in piante debilitate si è trovata presenza di scolitidi, dei piccoli coleotteri che vivono sull’olivo e scavano delle gallerie tra legno e scorza, s’individuano perché queste formano dei caratteristici disegni a raggiera. In questi casi è opportuno, con le operazioni di potatura, lasciare sotto le piante un fastello di rami perché, tra circa 15/20 giorni, il coleottero dovrà ovideporre e sarà attratto da queste ramaglie, che dovranno poi essere tolte dopo la prima metà di maggio e, possibilmente, bruciate per impedire lo sfarfallamento degli adulti.

Parassiti fungini

Dai controlli eseguiti permane una diffusa presenza d’infezioni da Occhio di pavone (Spilocaea oleaginea) e Cercosporiosi o Piombatura (Mycocentrospora cladosporioides), si raccomanda d’intervenire subito, o dopo la potatura o se questa dovrà essere protratta, utilizzando prodotti rameici, che hanno azione preventiva.

È possibile adoperare anche la Dodina o il Fosfonato di potassio, che hanno comportamenti preventivi e curativi.

Nelle aziende a conduzione da agricoltura biologica, in alternativa a questi fungicidi, sono utilizzabili i Bicarbonati di Sodio o di Potassio, vanno applicati in soluzione sulla vegetazione e provocano un innalzando del pH della superficie fogliare, creando un ambiente inospitale per i funghi.

Rogna dell’olivo (Speudomonas savastanoi): si ricorda che per prevenire la Rogna dell’olivo una delle principali azioni è ridurre al minimo le ferite e attuare subito dopo i necessari tagli di potatura un trattamento di disinfezione.

Bollettino redatto in collaborazione con AIPO www.aipoverona.it – e con Bacino Imbrifero Montano dell’Adige

 

Bollettino del 28 febbraio 2024

 

Fenologia: le piante sono ancora in fase di riposo vegetativo ma, nelle aree più esposte, è già in atto un inizio d’ingrossamento delle gemme apicali.

Le precipitazioni di questi ultimi giorni, tra i 60 e i 70 mm di pioggia, hanno idratato terreni e piante. Le chiome degli olivi si presentano mediamente in buono stato fisiologico.

Le temperature del terreno a livello delle radici, 30 – 40 cm di profondità sono di circa 9°C, pertanto, non sono entrate nella fase di assorbimento degli elementi nutrivi presenti nella soluzione circolante.

Situazione fitosanitaria

Parassiti Fungini: le attuali condizioni ambientali rendono possibili attacchi di Occhio di pavone e cancri rameali, come pure il batterio della Rogna dell’olivo, un’adeguata protezione diventa fondamentale, soprattutto in post potatura, intervenendo con prodotti rameici, come l’idrossido di rame o il solfato di rame tribasico o l’ossicloruro di rame.

Dove storicamente si sono registrate infezioni importanti e le potature si potrebbero protrarre oltre il mese di marzo, è consigliabile attuare l’intervento sin da subito.

Si ricorda che i prodotti rameici hanno un effetto preventivo e, nel caso di attacchi importanti, in cui si rendesse necessaria anche un’azione curativa, le attuali condizioni di temperature permettono il ricorso alla Dodina, prodotto citotropico, oppure al Fosfonato di potassio, che ha un doppio effetto, all’azione tossica diretta nei confronti dei patogeni fungini unisce un’attività di stimolo per la pianta nell’attivare sostanze di resistenze.

Bollettino redatto in collaborazione con AIPO www.aipoverona.it – e con Bacino Imbrifero Montano dell’Adige

 

Bollettino del 21 febbraio 2024

 

Fenologia: riposo vegetativo.

Difesa fitosanitaria

Non attuare alcun intervento fitosanitario, se non dopo la potatura utilizzando prodotti rameici.

Interventi contro le larve di Ozziorinco (Otiorhynchus sulcatus,)

In più oliveti sono presenti danni, anche importanti, da rosure delle foglie causate dall’Oziorrinco, un coleottero che danneggia le radici quando è allo stadio larvale e alle foglie da adulto, provocando un indebolimento della pianta.

Al momento è possibile attuare delle azioni agronomiche a contrasto operando delle lavorazioni al terreno a una profondità di 15 – 20 cm, così da smuovere e portare in superficie le larve, dove troverebbero un ambiente ostile.

Buoni risultati si ottengono anche con l’impiego di nematodi entomoparassiti, appartenenti ai generi Heterorhabditis bacteriophora, da distribuire, quando le temperature del terreno si sono stabilizzate sui 13-15°C., andando così a colpire le larve appena “uscite” dalla stagione fredda e prima che s’impupino.

Solitamente un unico intervento negli oliveti particolarmente infestati non risolve il problema perciò, andrebbe ripetuto tra settembre e ottobre, quando nel terreno è ancora elevata la presenza di larve dei coleotteri e le condizioni termiche permettono ai nematodi di fare più cicli e infettare un maggior numero larve fitofaghe.

Bollettino redatto in collaborazione con AIPO www.aipoverona.it – e con Bacino Imbrifero Montano dell’Adige

 

Bollettino del 14 febbraio 2024

 

Fenologia: riposo vegetativo.

Difesa fitosanitaria: non attuare alcun intervento fitosanitario se non dopo la potatura utilizzando prodotti rameici.

Situazione agro-climatica negli oliveti

In Veneto non si avevano precipitazioni dal 20 gennaio; da venerdì 9 a lunedì 12 febbraio sono caduti mediamente 50 – 60 mm di pioggia, che hanno idratato terreni e piante.

A livello delle radici, le temperature hanno raggiunto mediamente i 9°C, segnale che, tra non molti giorni, saranno raggiunti gli 11 – 12°C e le radici avranno la possibilità di riprendere la loro funzione di assorbimento delle sostanze fertilizzanti.

Se non si è già eseguita la fertilizzazione in post raccolta o nel mese scorso, è ancora possibile attuare degli apporti di fertilizzanti alle dosi, peraltro già consigliate per un oliveto con una media di 200-250 piante ettaro, di 160 kg/ha di perfosfato minerale-19, pari a circa 30 kg/ha di anidride fosforica (P2O5) e 150 kg/ettaro di cloruro di potassio-60, pari a circa 90 kg/ha di ossido di potassio (K2O).

Da non dimenticare l’azoto, oramai entriamo in una fase in cui la pianta ha la necessità di questo macronutriente che, mediamente, in oliveto con una produttività media di 40-50 q.li di olive da olio a ettaro, va integrato con circa 90-100 Unità Fertilizzanti.

Questa quantità di prodotto andrà frazionata in un 40% per la ripresa vegetativa, da distribuire in marzo, un 30% a fine aprile, periodo di prefioritura, l’ultima parte, 30%, ad allegagione avvenuta.

Si ricorda che la pianta d’olivo assorbe bene e velocemente la forma nitrica dell’azoto, mentre l’azoto ureico impiega più tempo prima di essere reso disponibile per le piante.

Si consiglia di distribuire i fertilizzanti in maniera uniforme e, per quanto possibile, rimanere lontani almeno una decina di metri da fossati o scoline, così da evitare che le attività di ruscellamento durante le piogge trascinino con sé anche questi fertilizzanti azotati, che non sono trattenuti dal terreno.

Bollettino redatto in collaborazione con AIPO www.aipoverona.it – e con Bacino Imbrifero Montano dell’Adige

 

Bollettino del 07 febbraio 2024

 

Fenologia: riposo vegetativo.

Difesa fitosanitaria: non attuare alcun intervento fitosanitario.

Tecniche agronomiche:

la potatura di produzione andrebbe iniziata quando la pianta sta finendo il riposo vegetativo, periodo compreso tra fine febbraio e marzo. I suoi obiettivi fondamentali sono il contenimento delle dimensioni delle chiome, il mantenimento delle loro forme, il rinnovo delle strutture riproduttive, oltre che consentire che la luce e l’aria si diffondano in maniera ottimale, senza rischi di ombreggiamenti permanenti o ristagni di umidità.

Vanno rimossi i rami vecchi o in eccesso che potrebbero portare a un ombreggiamento, stimolando la pianta a produrre nuovi rami e germogli.

La gestione della distribuzione della luce all’interno della chioma è fondamentale per la sua influenza sui processi fotosintetici a carico delle foglie e sulla differenziazione a fiore delle gemme.

Va evitato un eccessivo ombreggiamento della parte bassa perché non ci sia un progressivo deperimento a favore della zona più alta della chioma, esposta maggiormente alla luce.

Gli orientamenti attuali indicano come condizione ottimale potature annuali e con intensità limitate, per non togliere superficie fogliare alla pianta e favorire una maggiore emissione di rami di vigoria media.

I tagli andranno rivolti a:

A) eliminare:

  • i rami e rametti secchi o con problemi fitosanitari;
  • i polloni e i succhioni che sono sterili e che difficilmente produrranno frutti;

B) lasciare

  • i rami a fiore e quelli misti, che hanno un anno di età e si presentano mediamente esili e lunghi dai 25 ai 35 cm, dato che è proprio su queste parti che fruttifica l’olivo;
  1. i maschioncelli: rametti inseriti nella parte dorsale delle branche a frutto, con portamento ricadente o assurgente, destinati a dare origine a rami a frutto o misti, oltre che generare nuove foglie e nuovi rami.

Va eseguito un leggero sfoltimento sui rami che hanno due e più anni, che non hanno la possibilità di avere gemme di crescita; una loro eccessiva eliminazione altererebbe l’equilibrio tra la superficie fogliare e le radici, con la conseguenza di stimolare la pianta a emettere nuovi polloni e succhioni.

Attenzione va data al punto in cui si esegue il taglio: questo dovrà sempre mantenere un germoglio apicale, che svolgerà la funzione di cima e di “dominanza apicale”.

La “funzione di cima” ha compito di distribuire la linfa agli organi basali e di equilibrare l’assorbimento da parte delle radici.

La “dominanza apicale’’ coinvolge la gemma che sta in cima al ramo e condiziona lo sviluppo delle gemme laterali e di quelle sottostanti, ritardandolo o impedendolo.

Se con la potatura togliamo la gemma apicale, le altre saranno in grado d’usufruire della linfa che era loro sottratta dalla gemma apicale, quindi si arresterà la crescita in lunghezza del ramo, facilitando uno sviluppo non controllato delle ramificazioni laterali.

Al contrario, se si lascia la gemma apicale, si avrà un ramo che crescerà in lunghezza, con rametti laterali che si estenderanno in misura minore.

Si raccomanda di disinfettare gli attrezzi di taglio nel passaggio tra pianta e pianta; a fine potatura, attuare un trattamento con prodotti rameici.

Bollettino redatto in collaborazione con AIPO www.aipoverona.it – e con Bacino Imbrifero Montano dell’Adige

 



Data ultimo aggiornamento: 28 marzo 2024