In occasione dell’8 marzo la Commissione regionale per la realizzazione delle pari opportunità tra uomo e donna vuole invitare a riflettere se non sia riduttivo indicare tale ricorrenza come “Festa della donna”, evocandone l’aspetto conviviale e di socializzazione, invece di ricordarne la ragione istitutiva legata alle conquiste delle donne in tema di eguaglianza rispetto al genere maschile.

La Commissione, al fine di dare un contributo al dibattito, ritiene possa essere utile cercare di visualizzare con una immagine delle donne che i due aspetti evocano.

Se “Festa della donna” richiama immediatamente primi piani di donne di ogni età, sorridenti e adornate di mimose, felici e perfettamente a proprio agio nella circostanza, cosa evoca il porre l’attenzione sui loro diritti?

Le statistiche nazionali ed internazionali dimostrano come nel nostro Paese la quotidianità della vita delle donne sia ancora permeata da profonde e radicate diseguaglianze, che di fatto ne limitano la piena espressione, realizzazione e partecipazione alla società.

L’accesso diseguale al Mercato del lavoro, la disparità salariale e le insufficienti politiche per incoraggiare le opportunità imprenditoriali sono ancora solidamente presenti e influenzate dall’assenza di politiche di welfare.

La percentuale di donne in Parlamento è insufficiente, le donne sono per lo più assenti dai panel che non trattano questioni femminili.

La violenza di genere è diventata un fenomeno diffuso e strutturale nella nostra società.

Focalizzandoci sui diritti, quindi, l’immagine di rimando è quella di una donna presente nella società ma al contempo assente

La Commissione ribadisce l’uguaglianza delle cittadine e dei cittadini principio essenziale della vita democratica, richiama la parità di genere come momento irrinunciabile nella programmazione di sviluppo e progresso dei Paesi, in quanto obiettivo di civiltà, di sostenibilità sociale, di crescita di reputazione nei mercati, nonché formidabile motore di crescita cui tende l’Agenda ONU 2030.