Nei vaccini continuano ad essere presenti i composti di alluminio in quanto le attuali tecniche di produzione non sono in grado di eliminare/sostituire questo componente (senza di essi l’efficacia di alcuni vaccini sarebbe fortemente ridotta). Il contenuto di alluminio nei vaccini è dell’ordine di alcuni mg (variabile, a seconda del prodotto, da 0.25 a 2.5 mg). L’Organizzazione Mondiale della Sanità afferma che nella popolazione generale non esiste alcun rischio sanitario in relazione all’assunzione di alluminio con i farmaci e con l’alimentazione (ogni giorno ingeriamo con il cibo dai 5 ai 20 mg di alluminio, che è contenuto soprattutto nei vegetali; parte della quantità di alluminio ingerita va in circolo e viene eliminata per via renale). Qualsiasi bambino nei primi 6 mesi di vita assume attraverso il latte materno circa 10 mg di alluminio che salgono a 120 mg se nutrito con latte artificiale. L’alluminio iniettato nel muscolo con i vaccini non entra immediatamente nel sangue, come erroneamente riportato da alcuni. In realtà una parte (sino al 51%) è assorbita gradualmente nel sangue durante i primi 28 giorni, mentre la restante parte entra un po’ per volta in circolo e viene smaltita nelle settimane successive (Mitkus 2011). Ciò significa che l’organismo del lattante ha un lungo periodo di tempo per smaltire gradualmente l’alluminio iniettato con i vaccini e quindi la quantità iniettata, di per sé molto piccola, non raggiunge mai concentrazioni considerate tossiche. Il carico corporeo di alluminio derivante dai vaccini e dalla dieta per tutto il primo anno di un bambino di vita è significativamente inferiore al livello di sicurezza stabilito dall'Agency for Toxic Substances and Disease Registry, l’agenzia federale americana che si occupa del rischio chimico (Mitkus 2011). Tra i vaccini pediatrici correntemente utilizzati, solo l’antipolio, l’anti-Haemophilus b e l'antimorbillo-parotite-rosolia non contengono sali di alluminio. In ogni caso i danni da alluminio contenuto nei vaccini sono solo ipotetici e non sono stati documentati da studi scientifici.



Data ultimo aggiornamento: 08 novembre 2017