Flavescenza dorata della vite
La Flavescenza dorata è una malattia epidemica segnalata per la prima volta in Francia negli anni ‘50. In Italia viene osservata nell’Oltrepò pavese sul finire degli anni ‘60. In Veneto la malattia compare negli anni ‘80. L’agente eziologico è un fitoplasma (
Sintomi
I primi sintomi si verificano generalmente in luglio ma in annate particolarmente calde e siccitose si evidenziano già a metà giugno e possono interessare grappoli, foglie e tralci.
Grappoli
Nelle manifestazioni precoci le infiorescenze o i grappolini disseccano e poi cadono (foto 1). Nelle manifestazioni tardive i grappoli raggrinziscono progressivamente fino a disseccare in modo parziale o totale (foto 2-3).
Foto 1 - Inflorescenza rinsecchita di Garganega a metà giugno
Foto 2 - Sintomi su grappolo di Garganega a metà agosto. Il grappolo presenta un avvizzimento generale
Foto 3 - Sintomi su un grappolo di Chardonnay a metà agosto con appassimento di alcuni acini. L'avvizzimento potrà interessare tutto o parte del grappolo.
Tralci
Nel caso di comparsa precoce dei sintomi, i tralci infetti appaiono di consistenza gommosa e tendono a piegarsi verso il basso, conferendo alla pianta un aspetto prostrato. La lignificazione non avviene o avviene solo parzialmente e, nel contempo, i tralci si ricoprono alla base di piccole pustole scure dall’aspetto oleoso (foto 4). Nel caso, invece, di manifestazioni tardive (settembre-ottobre) possono essere completamente lignificati e le foglie presentare i tipici accartocciamenti.
Foto 4 - Alla base dei tralci non lignificati compaiono delle pustole scure di aspetto oleoso.
Foglie
Le foglie assumono colorazione giallo-dorata nei vitigni ad uva bianca e rossovinosa in quelli ad uva nera. Le decolorazioni possono essere limitate ad un settore della foglia o estendersi a tutta la lamina, comprese le nervature. La lamina fogliare risulta ispessita, bollosa, di consistenza cartacea, con i bordi arrotolati verso il basso, fino ad assumere una forma a triangolo. In alcune varietà, come Trebbiano e Prosecco, non si notano accartocciamenti fogliari. In varietà quali la Garganega, quando la malattia si manifesta precocemente con sintomi evidenti sui grappolini, le foglie presentano qualche ingiallimento ma non l’accartocciamento tipico che comparirà qualche tempo dopo (foto 5-6-7-8-9-1 0-11-12-13).
Foto 5 e 6 - Foglie di Garganega che presentano arrotolamenti verso il basso e ingiallimenti
Foto 7 - Sintomi iniziali su foglie di Trebbiano con ingiallimenti ai bordi delle foglie
Foto 8 - Sintomi a fine stagione su foglie di Trebbiano con igiallimenti che interessano tutta la lamina fogliare comprese le nervature
Foto 9 - Foglie di Pinot nero che presentano a luglio degli arrossamenti internervali con accartocciamenti
Foto 10 - Foglie di Pinot nero a fine stagione che presentano arrossamenti generalizzati su tutta la lamina fogliare comprese le nervature
Foto 11 - Foglie di Prosecco che presentano decolorazioni a settori delimitati dalle nervature
Foto 12 - Foglie di Chardonnay che presentano i tipici accartocciamenti a triangolo
Foto 13 - Vite Perera con foglie arrotolate verso il basso
Modalità di trasmissione della malattia
Il fitoplasma agente causale della FD può essere trasmesso da un insetto vettore, il cicadellide Scaphoideus titanus (Bali.) (foto 14), o attraverso l’innesto eseguito con materiale di propagazione infetto.
Ciclo dell'insetto vettore Scaphoideus titanus (Ball.)
L’insetto presenta una sola generazione all’anno. Sverna come uovo sotto il ritidoma dei tralci di due o più anni. Verso la metà di maggio compaiono le prime neanidi ma la schiusura delle uova si protrae scalarmente sino a tutto il mese di luglio con un massimo attorno alla prima decade di giugno. I primi adulti iniziano a comparire verso la fine di giugno e si possono trovare fino a tutto settembre. Per acquisire l’agente patogeno l’insetto deve alimentarsi per circa una settimana su una pianta infetta; segue un periodo di latenza di due-tre settimane nel quale il fitoplasma si moltiplica passando dall’intestino all’emolinfa e poi alle ghiandole salivari del cicadellide. Una ulteriore settimana è richiesta perchè si compia il processo di inoculazione della vite. Riassumendo, la cicalina non può trasmettere la malattia prima di 25-30 giorni da quando ha iniziato ad alimentarsi su una pianta infetta. L’insetto rimane infettivo per tutta la vita e può trasmettere il fitoplasma ad un numero indefinito di piante. Le sue uova danno sempre origine ad individui sani.
Foto 14 - Adulto di Scaphoideus titanus (Ball.) il cicadellide vettore dell'agente eziologico della malattia
Prevenzione e lotta
Come misura preventiva è da evitare l’introduzione di materiale vivaistico infetto. La lotta si articola in interventi di natura chimica contro l’insetto vettore e di natura agronomica nei confronti delle piante colpite.
Interventi chimici
Generalmente i normali trattamenti insetticidi contro le tignole della vite controllano anche il cicadellide vettore della FD. Qualora questi interventi non si effettuassero o le popolazioni dello Scaphoideus titanus risultassero elevate viene consigliato un trattamento specifico attorno al 15-20 giugno rivolto alle forme giovanili dell’insetto, prima che queste possano trasmettere la malattia. Un successivo intervento (coincidente con quello contro le tignole) viene consigliato dopo circa 15-20 giorni, con l’intento di colpire le cicaline nate successivamente. Un eventuale terzo trattamento si potrà effettuare nella prima decade di agosto contro eventuali adulti pròvenienti da vigneti non trattati.
I principi attivi consigliati sono: Buprofezine, Fenitrothion, Fenitrothion+Triclorfon, Piridafenthion, Quinalphos.
Interventi agronomici
Si consiglia la capitozzatura delle viti ammalate praticata il più basso possibile sopra il punto di innesto durante il riposo vegetativo, avendo l’accortezza di ricoprire i tagli con mastici disinfettanti onde evitare altre patologie. Questa pratica fornisce risultati di recupero soddisfacenti.
Data ultimo aggiornamento: 25 marzo 2013