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ESPOSTO M5S SU PFAS. ASSESSORE AMBIENTE REGIONE VENETO. “BENE, COSI’ ESCE LA VERITA’. NOI PRIMI IN PROCURA NEL 2013. IN VENETO VIGE LIMITE ZERO. AL GOVERNO MINISTRO IN CONFUSIONE”.

17 settembre 2020

Comunicato n° 1317

(AVN) Venezia, 17 settembre 2020

 

“I 5 stelle hanno presentato un esposto sui limiti dei Pfas? Bravi! Così finalmente sarà sgomberato il campo definitivamente su ogni tentativo di travisare ciò che ha concluso la commissione bicamerale ecoreati, allora presieduta dall'attuale direttore generale di Ispra Bratti nella sua relazione finale, e cioè che i limiti ‘non vi è dubbio che spettino in maniera inequivocabile allo Stato’".

 

L’Assessore all’Ambiente della Regione del Veneto, risponde così al capo politico dei 5 Stelle, Vito Crimi, intervenuto commentando un esposto sulla vicenda presentato dal suo partito in Veneto.

 

“Crimi e i suoi – prosegue l’Assessore – si sono svegliati praticamente ieri, dopo sette anni dalle prime mosse della Regione presso la Procura di Vicenza. E ancora oggi lo Stato, e il Governo nel quale siede un Ministro dell’Ambiente dei 5 Stelle, non ha posto nessun limite per l’acqua potabile, come invece ha fatto da anni la Regione Veneto, fissandolo a zero. Noi abbiamo posto limite zero per acqua potabile e limiti 10 volte inferiori a quello proposto dal Ministro dell’Ambiente per gli scarichi industriali”.

 

“Come se non bastasse, infatti, – prosegue l’esponente di Palazzo Balbi – quello stesso Ministro ha proposto qualche giorno fa al Parlamento limiti dieci volte superiori a quelli posti dalla Regione Veneto per gli scarichi industriali, salvo poi dichiarare, in evidente stato di confusione, che intende emendare al ribasso la sua stessa proposta. Forse si è accorto che, dopo aver sbraitato contro di noi, non era una grande idea proporre limiti dieci volte superiori ai nostri”.

 

“Se non fosse che questo inquinamento è una vera e propria tragedia – aggiunge l’Assessore – ci sarebbe da ridere”.

 

“La Regione è talmente avanti rispetto allo Stato e agli allarmi grillini – prosegue – che ha posto i limiti anche se non era di sua competenza, per tutelare la salute della gente, cosa che Stato e Governo non stavano facendo, esponendosi così alla bellezza di 43 ricorsi”.

 

“Su questo tema – conclude – le ramanzine grilline lasciano il tempo che trovano, così come gli esposti talmente tardivi che arrivano a settembre 2020, quando la Regione ha cominciato a collaborare con la Procura nel 2013”.



Data ultimo aggiornamento: 17 settembre 2020