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AMBIENTE. PFAS. ARPAV PARTECIPA A NUOVO STUDIO CNR. COMMISSARIO DELL’ACQUA, “CONFERMA CHE L’ESPERIENZA PFAS PONE IL VENETO ALL’AVANGUARDIA NELLA RICERCA DI SOSTANZE EMERGENTI”

21 febbraio 2020

Comunicato n° 272

 

(AVN) – Venezia, 21 febbraio 2020

 

“Il Veneto si conferma all’avanguardia nello studio delle sostanze emergenti, tanto da essere ritenuta regione leader a livello nazionale nelle attività di ricerca. La collaborazione con il CNR conferma che quanto realizzato in questi anni per far fronte all’emergenza PFAS è diventato occasione di crescita di competenze per le strutture tecniche regionali e, in particolare, per l’Agenzia Regionale per l’Ambiente, che è punto di riferimento in Italia, grazie alla capacità di produrre analisi molto sofisticate in quest’ambito”.

 

Così Nicola Dell’Acqua, direttore dell’area tutela e sviluppo del territorio di Regione del Veneto in veste di Commissario delegato dal Governo per la realizzazione delle opere anti-PFAS, annuncia l’avvio di un nuovo studio che vede la Regione coinvolta, attraverso ARPAV, in una collaborazione con il CNR nel campo della ricerca di sostanze emergenti.

 

ARPAV, infatti, proseguendo le attività richieste dalla Regione e seguendo le indicazioni fornite dalla Commissione Tecnica Ambiente e Salute, ha avviato in questi giorni un’attività di approfondimento analitico con l’Istituto per la ricerca sulle acque del CNR su campioni di acque sotterranee, provenienti, tra le altre, anche dalla zona rossa interessata dalla contaminazione da PFAS.

 

I campioni prelevati saranno oggetto di analisi di laboratorio in istituti di ricerca internazionali, incluso un ente americano. Ricordiamo che l’ARPAV ha stabilito negli anni importanti, continue relazioni scientifiche per gli approfondimenti relativi a tali sostanze.

 

“L’indagine avviata dal CNR con il Veneto potrebbe interessare anche altre regioni, ma la nostra Regione sta fornendo la massima collaborazione – precisa il dottor Dell’Acqua, sottolineando l’importanza di queste ulteriori analisi, – siamo stati chiamati in causa ancora, questa volta perché il livello di accuratezza nell’analisi dei campioni, soprattutto nell’area rossa, negli anni è diventato sempre più sofisticato e, quindi, le nuove analisi rispetto alla ricerca di nuove sostanze inquinanti e/o isomeri di quelle conosciute, soprattutto nei campioni storici, possono essere più accurate e precise. Ricordo che si tratta di sostanze ad oggi ricercate da ARPAV in via quasi esclusiva a livello mondiale, a dimostrazione dell’esperienza pluriennale nell’affrontare tali problematiche sviluppata da tecnici e strutture dell’agenzia regionale”.

 

Si ricorda, infatti, che la Regione del Veneto è coinvolta in numerosi studi in questo campo sempre con il CNR, in particolare nel progetto europeo Life Phoenix, al quale partecipa anche l’ARPAV.     



Data ultimo aggiornamento: 21 febbraio 2020