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RIUNITO A VENEZIA TAVOLO PERMANENTE PER PORTO MARGHERA. ASSESSORE REGIONALE ALLO SVILUPPO ECONOMICO: “COL PROGETTO UE “GREENERSITES” VISIONE D’INSIEME STRATEGICA PER IL RILANCIO DI QUESTO POLO INDUSTRIALE”

24 maggio 2018

Comunicato n° 687

 
 
(AVN) – Venezia, 24 maggio 2018
 
Il progetto europeo “GreenerSites - Riqualificazione ambientale delle aree industriali dismesse nell’Europa Centrale”, di cui la Regione del Veneto è partner con il Comune di Venezia nel ruolo di coordinatore e vede anche la partecipazione dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale, Porti di Venezia e Chioggia, punta a definire una visione d’insieme strategica per la riqualificazione produttiva e funzionale di Porto Marghera.
 
Lo ha spiegato l’assessore regionale allo sviluppo economico e alla riconversione del polo industriale di Porto Marghera aprendo i lavori del Tavolo Permanente che ha convocato a Venezia, con la partecipazione di tutti i soggetti interessati. E’ stata l’occasione per una panoramica sulle azioni e i progetti che vedono coinvolta l’area di Porto Marghera.
 
 “GreenerSites” (già Resites) - finanziato con circa 3,8 milioni di euro, di cui 389.380 euro alla Regione del Veneto, nell'ambito del programma Interreg Central Europe - vede la partecipazione di 11 partner di 5 paesi diversi dell'Europa centrale. Prevede, tra l’altro, consultazioni e momenti di confronto con gli stakeholders per arrivare alla definizione di un Piano d’Azione Strategico e la condivisione di un Protocollo sullo sviluppo dell’area di Porto Marghera. “Il progetto – ha fatto rilevare l’assessore - rappresenta un'importante opportunità per contribuire ad attivare processi di riqualificazione ambientale ed economica nell'area di Porto Marghera, a conferma dell'impegno che l'amministrazione regionale sta mettendo nel sostenere lo sviluppo e la valorizzazione delle potenzialità e delle specificità di quest'area”. 
 
DTT. L’assessore ha voluto poi condividere l’amarezza per la bocciatura da parte del Consiglio di Amministrazione dell’ENEA ha deciso della candidatura di Porto Marghera il Divertor Test Tokamak (DTT), dispositivo destinato alla produzione di energia elettrica da fusione termonucleare, che sarà costruito nel Lazio, a Frascati.
“Resto assolutamente convinto – ha detto - che Porto Marghera era la candidatura ideale per insediare il DTT. Aveva tutte le caratteristiche richieste dal bando per un impianto di questa natura e importanza, con il valore aggiunto dello sbocco a mare. La Regione era pronta a mettere di suo 40 milioni di cofinanziamento a fronte dei 25 milioni richiesti. Le criticità addotte dall’ENEA riguardano aspetti ambientali ma dalle nostre verifiche il progetto era in linea con quanto richiesto. Dispiace perché il Veneto perde così una grossa opportunità, che avrebbe portato 500 milioni di euro di investimento, con un indotto di oltre un miliardo e mezzo e posti di lavoro. Ora è al lavoro una commissione per stabilire la possibilità di un ricorso, perché abbiamo vissuto questo esito come un’ingiustizia”.
 
Bonifiche. Su questo tema l’assessore ha sottolineato che nelle trattativa che il Veneto ha avviato con il governo per una maggiore autonomia, la Regione ha chiesto di avere anche le competenze per l’approvazione dei progetti. “Sarebbe una vera rivoluzione – ha aggiunto – soprattutto per quanto riguarda la tempistica. Chi vuole investire in queste aree ha bisogno di certezze”.
 
Marginamenti. Per quanto di sua competenza i finanziamenti della Regione ci sono, 58 milioni di euro. “Il tasto dolente – ha detto l’assessore – è la parte di competenza esclusiva dello Stato. Finora, a parte i proclami, non abbiamo visto un euro. Ma continueremo a battere cassa anche con il nuovo governo”.
 
Area di crisi complessa. Le notizie sono positive. “C’è attenzione e interesse a investire a Porto Marghera”, ha detto l’assessore. Sono circa una sessantina le manifestazioni di interesse presentate a seguito della call promossa dal Ministero dello Sviluppo economico, Regione del Veneto e Invitalia. Dovranno ora essere definite le risorse a fondo perduto da mettere a disposizione attraverso specifici bandi. Saranno fondi vincolati al territorio e destinati a incentivare anche l’occupazione.
 
Mose. L’assessore ha fatto infine un rapido cenno anche all’argomento Mose. “Il problema resta quello della gestione. In sede di Comitatone e in Consiglio regionale – ha concluso - abbiamo detto che, in mancanza di certezze sui costi e sulle risorse, serve cautela. In questa situazione riteniamo quindi opportuno che la gestione del Mose resti in capo allo Stato” 
 
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Data ultimo aggiornamento: 24 maggio 2018