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LAVORO. DONAZZAN INTERVIENE A EVENTO PROMOSSO DA CGIL E FIOM SU PROSPETTIVE OCCUPAZIONE NEL BELLUNESE. “SU ACC SERVE PASSARE DALLE PAROLE AI FATTI. IN GIOCO LA CREDIBILITA’ DI GOVERNO, POLITICI ED ENTI LOCALI”

27 luglio 2021

Comunicato n° 1430

(AVN) – Venezia, 27 luglio 2021

“Sulla partita ACC rischiamo di perdere la credibilità: la perde il Governo, la perde, i politici del territorio e rischia di perderla anche la Regione, che ha fatto di tutto e di più per accompagnare ACC. Questa azienda sta diventando il mito incapacitante delle parole in libertà che sono state dette in questo ultimo periodo. Credo, invece, che ACC non possa vedere scritta la parola ‘fine’ perché non abbiamo creduto nel progetto industriale di salvaguardare l’ultimo stabilimento italiani di componentistica per il settore dell’elettrodomestico. I produttori clienti ci hanno creduto e non può essere che lo stato ora si tiri indietro. ACC oggi è una azienda in amministrazione straordinaria del MISE, quindi una azienda di interesse pubblico e ritengo di un segmento strategico. Quanti errori sono stati fatti nel tempo, anche in questo tempo recente di assenza totale di politiche industriali. Abbiamo abbandonato il presidio dell’acciaio, dell’auto motive che vale tantissimo anche nella componentistica, lasciato solo il sistema moda completamente in mano a stranieri. L’ultimo stabilimento di Mel è un bivio! O lo Stato interviene anche nei confronti dell’Europa che tratta in modo diverso i diversi Stati membri oppure assisteremo alla fine di una storia per mano della finanza.  Oggi l’Europa sta dimostrando con Next Generation EU di volere intervenire sulle politiche pubbliche, per la prima volta dismettendo i panni del gendarme della burocrazia e cercando di interpretare una nuova politica keynesiana dove le risorse pubbliche sono messe a disposizione degli Stati, così la produzione dell’elettrodomestico, nella quale rientra ACC, come quella dell’acciaio, dell’automotive, della moda dovrebbero essere presidiate come interesse nazionale”.

Così l’Assessore Elena Donazzan è intervenuta stamane in occasione del convegno promosso da CGIL e FIOM-CGIL di Belluno dal titolo “Il PNRR e le politiche industriali e del lavoro nel mondo post pandemico e post globalizzato”.

“Il rapporto con FIOM in Veneto è molto serio, costruito nel rispetto delle posizioni ma nella condivisione che quando parliamo di imprese e lavoratori stiamo parlando della tutela e della difesa di un bene comune - ha tenuto a sottolineare l’Assessore Donazzan -. È il nuovo paradigma in questo tempo in cui si sono perse delle certezze. Covid è stato solo un acceleratore”.

Con la pandemia la libera circolazione delle merci e delle persone è stata messa in forte discussione. Il costo della logistica e delle materie prime sta determinando da una parte, quello della logistica, la necessità di riavvicinare e riportare in patria e le produzioni, costruire una rete sempre più robusta dentro le filiere di produzione con un patto tra clienti e fornitori che possa far sì che vi sia solidità nelle produzioni e garanzia di approvvigionamento. Dall’altra la fluttuazione delle materie prime rappresenta oggi un limite molto vincolante alla capacità di programmazione.

“Nei settori strategici l’Italia deve dimostrare di difendere le produzioni italiane e i lavoratori italiani – conclude Donazzan -. Non può essere una banca né un insieme di banche a decidere perché queste non si intendono di politiche industriali, ma di finanza che dovrebbe esserne la leva. Non può essere che si cerchi il cavaliere bianco tra gli imprenditori italiani perché in questo momento gli imprenditori italiani sono degli eroi a tenere in vita le proprie aziende, credo che invece si debba discutere che le parole, i lanci di notizie dati dai precedenti governi oggi debbano trovare un senso di responsabilità. Le amministrazioni pubbliche esistono se sono credibili e non solo perché esistono”.

“Noi siamo stati costretti a concorrere negli anni con Stati che hanno fatto concorrenza sleale, nessuna tutela green, nessuna tutela dei lavoratori, nessun rispetto delle normative della tutela dei prodotti e dei brevetti – conclude Donazzan -. Eppure queste sono state le regole sulle quali abbiamo dovuto cimentarci. È qui che l’Europa deve dimostrate di battere un colpo e fino ad ora non lo ha fatto nemmeno con ACC”.



Data ultimo aggiornamento: 27 luglio 2021