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gli Espropri

Espropriazione per pubblica utilità: cosa è?

L’espropriazione per pubblica utilità rappresenta il procedimento ed i conseguenti atti con il quale un bene, e in taluni casi un diritto, è trasferito (ceduto) – in modo coattivo -  da un soggetto ad un altro soggetto per l’interesse della collettività.
La costituzione prevede, infatti, nell’articolo 41 al comma 3 che: “La proprietà privata può essere, nei casi preveduti dalla legge, e salvo indennizzo, espropriata per motivi d'interesse generale.” Il soggetto che trasferisce il bene è definito espropriato.
La normativa, almeno che non vi siano informazioni certe e provate che individuano un altro soggetto, lo identifica con l’ “intestatario” del bene registrato nei registri catastali.

La normativa prevede che tra gli elaborati presenti nel progetto dell’opera vi sia il Piano particellare di esproprio il quale descrive i terreni e gli edifici di cui è prevista l’espropriazione, con l’indicazione dell’estensione e dei confini, nonché, possibilmente, dei dati identificativi catastali e con il nome ed il cognome dei proprietari iscritti nei registri catastali. Il piano è costituito da 2 documenti, il primo grafico – redatto partendo dalle mappe catastali - che individua con campiture le aree interessate dall’espropriazione, asservimenti e fasce di rispetto ed un secondo di solito in forma tabellare che contiene, come minimo, l’elenco delle ditte (proprietari) risultati proprietarie al catasto e le superfici previste in espropriazione.

Le mappe catastali individuanti i mappali interessati dalla procedure espropriativa per la realizzazione della Superstrada Pedemontana Veneta, sono consultabili nella sezione dedicata al Piano Particellare di Vicenza e di Treviso.
Per consultare l’elenco ditte è necessario richiedere un accesso agli atti ai sensi del D.Lgs 241/90.

A seguito della espropriazione si possono realizzare opere pubbliche (che soddisfano l’interesse dell’intera collettività) o le opere di interesse pubblico (che soddisfano bisogni non collettivi ma di interesse generale per ragioni sociali ed economiche come ad esempio gli interventi di indirizzo residenziale).

Principi e norme

Il procedimento espropriativo è regolamentato dalle norme comunitarie, dai principi costituzionali, dai principi fondamentali della legislazione statale e dalle specifiche leggi/norme (in taluni casi pure regionali) emanate in materia. In particolare la fonte normativa che fornisce le regole generali della procedura è il DPR 327/2001, il Testo Unico Espropri (T.U.E).


Alla luce di T.U.E. si possono espropriare sia i beni immobili (es. aree edificabili, aree non edificabili e aree edificate), sia i diritti relativi ai beni immobili acquisendo non solo il diritto di proprietà, ma pure i cosiddetti diritti minori rappresentati da usufrutto, servitù e simili. Non possono tuttavia essere espropriati i beni demaniali quali ad esempio gli acquedotti, le strade, le reti ferroviarie.

L’espropriazione si sviluppa attraverso 4 fasi distinte:
1) Il vincolo preordinato all’esproprio con il quale sono individuati in modo puntuale i luoghi coinvolti dalla realizzazione dell’opera. Tale vincolo è propedeutico alla fase successiva; Il vincolo decade dopo 5 anni ma, motivandone le ragioni può essere rinnovato.
2) La dichiarazione di pubblica utilità implicitamente espressa con l’approvazione da parte dei soggetti pubblici preposti, del progetto definitivo o in alternativa di quei strumenti urbanistici ai quali la legge attribuisce tale effetto.
3) La determinazione in via provvisoria dell’indennità, la quale rappresenta una negoziazione tra le parti al fine di concludere un accordo di cessione volontaria. In questo caso, il proprietario ha diritto ad una maggiorazione dell’indennizzo. In caso di mancato accordo l’autorità espropriante può procedere con provvedimento unilaterale.
4) Il decreto di esproprio il quale sancisce definitivamente il trasferimento del bene. Tale provvedimento amministrativo ha valore solo se è notificato all’interessato.ACY

La definizione degli espropri

Le aree espropriate definite dal progetto interessano 22  Comuni nella provincia di Vicenza e 14 nella provincia di Treviso per una superficie complessiva - escludendo le eventuali variazioni in corso d’opera - di 8.535.220 metri quadrati, così ripartita:

* Aree accatastate come enti urbani;
# Aree utilizzate a fini non agricoli o rientranti nell’ambito degli strumenti urbanistici;


Complessivamente, in sede di progetto sono risultate interessate dalla procedura espropriativa 5.744 particelle e 2907 ditte proprietarie, ripartite tra le provincia di Vicenza e Treviso.

A queste superfici si aggiungono aree da acquisire in occupazione temporanea, per una estensione complessiva pari a circa 584.466 metri quadrati.
Il Piano Particellare di Esproprio è stato elaborato a seguito di georeferenziazione dei fogli / mappe catastali acquisiti presso le Agenzie del Territorio delle Province di Vicenza e Treviso, sovrapponendo su di esso il tracciato di progetto.

La determinazione dell'indennità

L’indennità di esproprio è calcolata basandosi sui principi contenuti nel T.U.E..
In linea generale, è previsto che la medesima sia calcolata utilizzando il cosiddetto valore venale ovvero il valore di mercato.

Nel caso specifico della Superstrada Pedemontana Veneta in data 8 novembre 2011 è stato sottoscritto tra la Regione del Veneto, le principali associazioni di categoria ed il concessionario l’ "Accordo sulle procedure e metodologie da adottare per la determinazione delle indennità di espropriazione per la realizzazione della Superstrada a pedaggio Pedemontana Veneta" al fine di stabilire:
• Le procedure per l’acquisizione degli immobili mediante cessione volontaria;
• I criteri di valutazione degli indennizzi spettanti ai soggetti espropriati e a coloro che, pur non privati del loro bene, subiscono un danno apprezzabile dalla direzione dell’opera;
• Forme dirette ed indirette di partecipazione delle Associazioni di categoria nelle fasi di progettazione ed approvazione delle opere;
• Le modalità ed i tempi di pagamento degli indennizzi.