n. 14/2011
Cooperazione Decentrata, Diritti Umani, Processi di Democratizzazione

Per lungo tempo, le politiche di crescita e di cooperazione internazionali si sono concentrate soprattutto sul ruolo e le dinamiche dell’economia e dei mercati. Senza disconoscerne l’importanza, la consapevolezza acquisita dopo più di vent’anni di annuali, stimolanti e rigorosi Rapporti dell’UNDP su “Lo Sviluppo Umano” pone in primo piano il ruolo critico e strategico della politica e, più in generale, delle scelte pubbliche. Queste non rappresentano più la dimensione dimenticata o secondaria dello sviluppo e vanno ben al di là del buon sistema di governo fondato su trasparenza e legalità, responsabilità operativa ed efficienza gestionale.
Una volta che si definisce lo sviluppo umano come un “processo che amplia le possibilità di scelta delle persone”, che si pone attenzione con speciale enfasi sulla libertà di poter vivere a lungo una esistenza sana e creativa, con appropriati livelli di istruzione ed in condizioni di assoluta dignità personale, e che si insiste sulla necessità di garantire e promuovere la partecipazione di tutti al perseguimento di una crescita equa e sostenibile in un mondo condiviso perché interdipendente, si riconosce anche che nello sviluppo è radicata la necessità di offrire alle persone diritti, mezzi e capacità di partecipare a pieno titolo ad ogni decisione che gli concerne. In ultima analisi, la “capacità” – di essere, fare e decidere, degli individui, così come delle organizzazioni e delle comunità, secondo il canone di Amartya Sen – è fondamento primo ed ultimo della democrazia; da considerarsi né un lusso, né una panacea, ma fattore intrinseco dello sviluppo umano.
In ogni caso, le intersezioni ed i legami storici determinantisi tra processi di sviluppo e processi di democratizzazione, e le riflessioni relative, evidenziano aspetti e fattori di complessità tali da impedire conclusioni univoche e da smentire facili e superficiali convincimenti.
Che la prosperità economica stimoli la democrazia è già nel pensiero di Aristotele, secondo il quale solo in una società benestante la popolazione può partecipare intelligentemente alla vita politica, immune (self restraint) agli appelli della demagogia. D’altro canto, proprio Amartya Sen sottolinea che la democrazia consente alla popolazione di migliorare la propria capacità di farsi ascoltare e di richiamare l’attenzione della politica sui propri bisogni, compresi quelli legati alla crescita economica; in questo senso, dunque, l’espansione delle libertà è vista sia come fine primario, che come mezzo principale dello sviluppo. Per altri versi, le sfide contemporanee, dal dopoguerra ad oggi – last but not least quanto accade, proprio in questo scorcio di tempo, in diversi Paesi del contesto mediterraneo e mediorientale – richiedono anche una nuova prospettiva politica volta a favorire lo sviluppo fondato sulle realtà locali, la sussidiarietà, l’empowerment e la sostenibilità: principi condivisi e da condividere quale solido radicamento della democrazia, a livello nazionale ed internazionale, mediante il rafforzamento delle sue istituzioni e delle sue politiche

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Data ultimo aggiornamento: 14 novembre 2019