n. 13/2011
La Cooperazione Decentrata con i Paesi dell’Asia ed Estremo Oriente

L’attuale geopolitica dello sviluppo e del sottosviluppo internazionali rivela connotati ed esperienze completamente diverse da quelle analizzate da Karl Gunnar Myrdal nello storico saggio, del 1968, Asian drama: an inquiry into the poverty of nations. Il suo monumentale studio sulle condizioni socio-economiche della povertà di 11 Paesi asiatici evidenziava l’epicentro dell’arretratezza mondiale proprio nell’area oggi in grado di misurarsi alla pari con i sistemi di avanzata competitività. Ilcontinente allora definito da molti come “perduto”, “irrecuperabile” sulla via della crescita, nonostante annoveri ancora gravissime sacche di assoluta miseria, è oggi in grado di proporsi decisamente al vertice della capacità esportativa mondiale, acquisendo se del caso grano, soia, beni alimentari offrendo in cambio computer, telefoni cellulari, beni high tech.
La globalizzazione in effetti, o com’è preferibile dire l’interdipendenza internazionale, si connota come fenomeno sempre più complesso e multidimensionale, difficile da inquadrare in rigidi schemi teorici, proprio a causa della natura “fluida”, estremamente articolata della società mondiale, configuratesi come grande sistema di connessioni e relazioni multiple, asimmetrie economiche e di potere, assenza di linearità e presenza di effetti di causazione con sequenza cumulativa, feedback positivi e negativi.
Da questo punto di vista, la nozione di causazione circolare e cumulativa di Myrdal si è rivelata di valore euristico assai efficace per interpretare i mutamenti economici e sociali, nonché strumento analitico fecondante i successivi e più recenti modelli di crescita: quelli kaldoriani basati sulla “teoria della ‘causa cumulativa’”, quelli basati sui rendimenti crescenti, o più in generale sui meccanismi autorinforzantisi, come pure i modelli basati sullo studio dei processi causali non lineari e sulla path dependence. In particolare, spostando decisamente l’accento da un approccio basato su una concezione statica e definitiva delle leggi e dei principi che governano i processi di sviluppo ad un approccio attento alle trasformazioni cui queste stesse leggi e principi sono sottoposti, ha indotto a focalizzare l’attenzione su ciò che avviene nel profondo, all’interno del vario articolarsi dei sistemi, considerando le differenti possibilità di azione, le “finestre di opportunità” che si aprono per tutti i soggetti in campo: statali e non governativi, nazionali ed internazionali, pubblici e privati, economici e sociali, di autonoma iniziativa interna ai sistemi o frutto della relazione e della cooperazione internazionale.
L’insieme dei contributi presenti in questo fascicolo della Collana “I Percorsi dello Sviluppo” riteniamo consenta di acquisire, proprio con riferimento al contesto asiatico, una appropriata documentazione delle “finestre di opportunità” citate; tanto più significativa, quanto più riconducibile ad esperienze proprie della cooperazione decentrata.

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Data ultimo aggiornamento: 14 novembre 2019