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Data ultimo aggiornamento: 14 dicembre 2012

Progetti strategici e politiche comunitarie Progetti strategici e politiche comunitarie

News

In questa pagina sono pubblicate le notizie relative al Progetto strategico per la conoscenza e la fruibilità del patrimonio culturale condiviso - SHARED CULTURE, finanziato dal Programma per la Cooperazione Transfrontaliera Italia-Slovenia 2007-2013

  • 25/02/2015 - Presentazione del libro La collezione glittica del Museo Provinciale di Torcello (continua...)
  • 24/02/2014 - Scavo e restauro a Concordia Sagittaria: lungo l’antica via Annia scoperta una “piccola Pompei” (continua...)
  • 16/10/2013 - Meraviglie di Venezia: avviato il progetto di valorizzazione multimediale di 400 opere storico-artistiche (continua...)
  • 29/05/2013 - Scavo di Torcello: i visitatori esprimono le loro opinioni (continua...)
  • 20/05/2013 - Risultati preliminari dello scavo archeologico a Torcello: la storia delle origini di Venezia è da riscrivere (continua...)
  • 20/10/2011 - Avviate le attività di inventariazione, catalogazione e digitalizzazione di beni archeologici (continua...)
  • 28/09/2011 - Approvata la graduatoria dei 6 Co.Co.Co. (continua...)
  • 30/08/2011 - Pubblicato il concorso per l'individuazione di 6 Co.Co.Co. per attività di inventariazione, catalogazione e digitalizzazione di beni archeologici (continua...)

Presentazione del libro La collezione glittica del Museo Provinciale di Torcello

Lunedì 2 marzo 2015 alle ore 17.30, all’Ateneo Veneto (sala Tommaseo) a Venezia, sarà presentato il libro La collezione glittica del Museo Provinciale di Torcello, pubblicato nell’ambito del progetto SHARED CULTURE. Il volume scritto da Sabina Toso indaga per la prima volta la collezione di gemme antiche custodite nel Museo di Torcello. Di questi piccoli oggetti preziosi il libro svela il fenomeno del collezionismo che li ha portati fino a noi, la valenza strumentale, ornamentale, magica e la ricca iconografia che li anima, come divinità, guerrieri, dame, animali, scene bucoliche. Un universo fino ad ora sconosciuto di immagini incise su pietre dure, seguendo la tecnica di lavorazione diffusa nel mondo orientale fin dal V-IV millennio a.C.
La presentazione, organizzata in collaborazione con la Provincia di Venezia, è aperta al pubblico.
Scarica il programma (pdf 851 KB).
Comunicato stampa n. 379 del 26/02/2015
Il libro è scaricabile gratuitamente in formato digitale nella sezione download.
(Notizia inserita il 25/02/2015)
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Scavo e restauro a Concordia Sagittaria: lungo l’antica Via Annia scoperta una “piccola Pompei”

Un podio in pietra d’Istria alto quasi due metri e base di 6,5 metri per 1,8 metri, con un elegante sarcofago in marmo preconnesio sulla sommità e resti di un secondo, due sarcofagi in pietra calcarea poco distanti, il basamento di un terzo sarcofago. Sono i resti di un complesso monumentale funerario del III secolo d.C. recuperati ai primi di dicembre nel cantiere archeologico in un’area privata a poche decine di metri dall’antica Via Annia, a Concordia Sagittaria, nel Veneziano. L’eccezionale scoperta di un frammento di iscrizione sembra dare un volto al committente dell’imponente manufatto di oltre 1500 anni fa. Si potrebbe trattare di Titus Vettius, un alto funzionario imperiale di quella che fu la colonia romana di Iulia Concordia. È la prima volta dall’Ottocento che viene recuperato in situ un sepolcreto di queste dimensioni e in buono stato di conservazione.
Il complesso monumentale fuori dalle mura dell’antica città, e costruito per essere visibile dalla Via Annia che correva a circa 14 metri dal sito del rinvenimento, è stato concepito come una sorta di sepolcreto familiare o clientelare. Accanto e in linea con il podio con i sarcofagi dei defunti più illustri, si trovavano altri due sarcofagi in pietra calcarea (di uno si è ritrovato solo il basamento) probabilmente di familiari o affiliati alla famiglia. Uno con coperchio a doppio spiovente con decorazione a ‘tegola/coppo’ riporta l’iscrizione “Il padre Publio Firmiteius Redentor al figlio dolcissimo che visse diciotto anni”, struggente ricordo di un ragazzo morto prematuramente. Poco distante vi è un terzo sarcofago sempre in pietra ma senza scritte e la fossa di fondazione di un quarto. La presenza di più sarcofagi, collocati anche in periodi diversi, e la monumentalità architettonica del complesso funerario indicano che quello rinvenuto nello scavo fu il luogo di sepoltura di una ricca committenza.
I due sepolcri in pietra, pressoché integri, sono stati aperti ai primi di dicembre per ispezionarne il contenuto. Una volta trasportati in laboratorio insieme agli altri reperti rinvenuti nel sito, i ricercatori hanno effettuato le analisi dei materiali e delle ossa, ricostruendo graficamente l’assetto originario del complesso monumentale e procedendo al suo restauro. Nel corso del V secolo d.C., dopo l’abbandono dell’area, il podio del monumento principale venne infatti smontato per recuperare le parti metalliche (grappe) che tenevano insieme i singoli blocchi. Questo determinò anche la dislocazione dei blocchi del basamento e la rottura dei due sarcofagi gemelli sopra il podio. Di questi, è stato ritrovato il coperchio decorato con elementi vegetali sugli acroteri e una testa di Medusa in uno dei timpani.
Lo scavo ha permesso inoltre di ricostruire la sequenza stratigrafica della necropoli occidentale concordiese. Sotto al monumento funerario sono stati individuati alcuni resti funerari della prima fase della necropoli, risalente all’incirca alla fine del I secolo a.C. In seguito, tra II e III secolo d.C., l’area fu spianata per far posto al monumento funerario, via via ampliato con gli altri sarcofagi; i due superstiti in pietra calcarea furono riutilizzati nel IV secolo d.C. come ossari e, nel medesimo periodo, attorno al monumento funebre principale vennero collocate numerose sepolture in semplice fossa o in anfora: ne sono state rinvenute oltre cinquanta. Tra queste, una appartenente a una donna, si distingue per la fossa in laterizi e coperchio in pietra calcarea, e per il piccolo corredo fra i cui elementi è stata rinvenuta una bella coppa in vetro verdastro.
Secondo la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto, che ha diretto sotto il profilo scientifico l’indagine avviata e coordinata dalla Regione del Veneto, si tratta di un rinvenimento eccezionale, sia per la monumentalità e le condizioni conservative del manufatto che per le nuove ed aggiornate informazioni fornite dall’indagine in merito alle necropoli della colonia romana, fino ad ora note principalmente dagli scavi ottocenteschi.
Il buono stato di conservazione del sepolcreto si deve ad alcune alluvioni che nel V secolo resero l’area impraticabile, ricoprendola di strati di sabbia e detriti alti fino a 90 cm e, al tempo stesso, mettendola al riparo dai cavatori di pietra che nel corso del XIX secolo depredarono il centro urbano dell’antica colonia romana.
Se fino alla prima età imperiale era diffusa la cremazione o incinerazione, con il conseguente utilizzo di urne cinerarie e olle, dal II secolo d.C. si diffuse la pratica dell’inumazione, che portò a una vasta produzione di sarcofagi, utilizzati in particolare tra le classi abbienti della società concordiese. Ne sono un esempio quelli rinvenuti nella metà del secolo scorso nell’area del complesso basilicale sotto l’attuale Cattedrale, nonché il cosiddetto Sepolcreto dei Militi, con oltre 260 sarcofaghi in pietra di epoca tardoantica scoperti da Dario Bertolini nell’Ottocento.
L’esistenza di un monumento funerario a ovest del centro urbano di Concordia Sagittaria fu scoperta casualmente nel 2009, nel corso di una campagna di scavo per verificare l’antico tracciato della Via Annia, ma fino a oggi non se ne conoscevano le reali dimensioni e l’importanza. In quell’occasione i ricercatori stabilirono la presenza dei resti di un primo impianto databile tra la fine del I secolo a.C. e l’inizio del I secolo d.C. e ritrovarono una serie di blocchi e alcuni reperti di quello del III secolo d.C., ma per mancanza di fondi lo scavo fu interrotto. Nell’autunno 2013, grazie ai finanziamenti comunitari del “Programma per la cooperazione transfrontaliera Italia-Slovenia 2007-2013”, la Regione del Veneto ha avviato, nell’ambito di “Shared Culture - Progetto strategico per la conoscenza e la fruibilità del patrimonio condiviso”, l’attuale indagine.
Scarica il materiale informativo (file pdf 605KB)
(notizia inserita il 24/02/2014)
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Meraviglie di Venezia: avviato il progetto di valorizzazione multimediale di 400 opere storico-artistiche

Saranno quasi 400 (per l’esattezza 398) le opere storico-artistiche di competenza di importanti istituzioni culturali del territorio veneto protagoniste di "Meraviglie di Venezia: tesori sacri e profani nell'area di san Marco", un importante progetto di valorizzazione digitale che entro fine anno porterà alla realizzazione del più grande museo virtuale in Italia fruibile gratuitamente attraverso internet da pc, tablet e smartphone. L’intervento, finanziato con fondi comunitari nell’ambito di Shared Culture, è stato ideato e coordinato dalla Regione del Veneto, Unità Complessa Progetti strategici e politiche comunitarie.
I beni culturali e artistici interessati dall’intervento sono nello specifico: 138 della Procuratoria di San Marco (si tratta del Tesoro della Basilica di San Marco, costituito soprattutto da opere di oreficeria e oggetti liturgici quali incensieri, calici, crocefissi, e di altri reperti egizi, assiri e romani custoditi nel Museo del Tesoro), 244 del Museo Archeologico Nazionale di Venezia (sculture originali greche e romane provenienti dall’antica Collezione Grimani di Ca’ Grimani a Santa Maria Formosa, metà XVI secolo, e da collezioni civiche confluite nello Statuario pubblico della Serenissima, inizio XVII secolo, che costituiscono insieme una cospicua parte delle attuali collezioni del museo), 16 “oggetti speciali” collocati all’esterno della Basilica, in Piazza San Marco e all’interno del Cortile di Palazzo Ducale (si tratta di reperti d’arte antichi riutilizzati nei monumenti veneziani medioevali di eccezionale importanza, tra questi il gruppo dei Tetrarchi, i Cavalli di San Marco, il “Todaro” o San Teodoro, il Leone di San Marco, la Testa del Carmagnola).
Alla presentazione dell’avvio del progetto, martedì 15 ottobre nella sala convegni di Sant’Apollonia a Venezia, è intervenuta per la Regione la dirigente Clara Peranetti che ha illustrato i principali aspetti dell’iniziativa, sottolineando l’intenso lavoro e lo spirito collaborativo tra i vari soggetti coinvolti che ne hanno reso possibile la realizzazione in tempi relativamente brevi, nonostante la complessità dell’intervento. Erano presenti anche Irene Favaretto, Procuratore di San Marco e responsabile scientifico del progetto per la Procuratoria, che ha spiegato come l’intervento di digitalizzazione rappresenti, rispetto alla consueta attività pubblicistica della Procuratoria, un passo naturale verso il futuro; Giovanna Damiani, Soprintendente Speciale per il Patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Venezia e dei comuni della Gronda lagunare, secondo cui l’iniziativa è un punto di partenza verso nuove collaborazioni tra istituzioni, e Maurizio Messina, direttore della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, ente coinvolto nell’attività di valorizzazione dello Statuario pubblico della Serenissima posto nel vestibolo della Libreria Sansoviniana, antica sede della Marciana.
Da alcune settimane progettisti multimediali, operatori video, fotografi e grafici della ditta aggiudicataria del servizio, la Space Spa di Prato, sono al lavoro con le riprese video e fotografiche preliminari alla realizzazione di virtual object esplorabili a 360°, modelli tridimensionali e virtual tour. Le foto sono ad altissima qualità e finalizzate alla riproduzione tridimensionale dei beni culturali oggetti dell’intervento. In alcuni casi, come per le statue inamovibili oppure per oggetti chiusi in teche sigillate, è stato necessario approntare set fotografici e soluzioni tecniche ad hoc, come la costruzione di un piano rotante secondo precise angolature e impalcature particolari. Per alcune situazioni di difficile accesso, come taluni beni collocati a diversi metri di altezza (ad esempio il Leone di Piazza San Marco o alcune statue del cortile di Palazzo Ducale) potrà essere usato un drone, più agevole da maneggiare e meno invasivo.

  • Scarica la cartella stampa

Descrizione dell'iniziativa (pdf 878 KB)
Attività in sintesi (pdf 878 KB)
Comunicato della Procuratoria di San Marco (pdf 44 KB)
Scheda del Museo Archeologico Nazionale di Venezia (pdf 109 KB)
Comunicato stampa della Biblioteca Nazionale Marciana (pdf 579 KB)

(notizia inserita il 16/10/2013)
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Scavo di Torcello: i visitatori esprimono le loro opinioni

Nell’ambito dello scavo archeologico di Torcello sono state organizzate alcune visite guidate al cantiere, condotte personalmente dall’èquipe scientifica. In via straordinaria infatti i “cancelli” sono stati aperti a cittadini e turisti che hanno potuto vedere da vicino lo scavo e i ritrovamenti e, approfittando della competenza del direttore scientifico e dei suoi collaboratori, ascoltare in anteprima le nuove interpretazioni sulla storia di Torcello e sulle origini di Venezia, supportati anche da pannelli esplicativi finanziati, come del resto tutte le attività connesse con lo scavo, dal progetto Shared Culture. Inizialmente previste solo da giovedì 14 marzo a domenica 17 marzo, in seguito al grande interesse dimostrato dai visitatori e viste le numerose richieste, le visite sono state replicate anche nel fine settimana del 13 e 14 aprile, prima della definitiva copertura dello scavo. Al termine di tutte le visite guidate, è stata inoltre offerta ai visitatori l’opportunità di accedere gratuitamente al Museo Provinciale di Torcello.

Tenuto conto del significato straordinario dell’evento nonché della grande partecipazione da parte del pubblico, la Regione ha realizzato un sondaggio via web rivolto ai visitatori finalizzato a raccogliere impressioni e osservazioni sull’evento, i cui risultati sono pubblicati di seguito:

A conclusione di questa esperienza, ci piacerebbe conoscere la vostra opinione sull’opportunità offerta ai cittadini di partecipare alle attività realizzate dalla Pubblica Amministrazione:

(Notizia inserita il 29/05/2013)
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Risultati preliminari dello scavo archeologico a Torcello: la storia delle origini di Venezia è da riscrivere

Si sono concluse le attività di scavo archeologico presso l’isola di Torcello, finanziate nell’ambito del progetto Shared Culture, e i primi risultati emersi hanno rivelato nuovi aspetti sulle origini di Venezia.

Avviata nell’ottobre del 2012, la campagna di scavo presso l'isola di Torcello è stata realizzata sulla base della proposta progettuale della Regione del Veneto (Unità Complessa Progetti strategici e politiche comunitarie) e dell’Università Ca’ Foscari Venezia (Centro IDEAS), in accordo con il Comune di Venezia, proprietario delle aree indagate, e su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. L'intervento, denominato Torcello 2012. Alle origini di Venezia: scavi archeologici in Laguna, ha coinvolto un piccolo lembo di terra a fianco della Basilica di Santa Maria Assunta e ha consentito di portare alla luce interessanti evidenze archeologiche di un passato dell’isola caratterizzato da una forte vocazione commerciale. La presenza infatti di tracce di una fornace altomedioevale e di un edificio con porticato del VII secolo, accompagnate dal ritrovamento di resti di anfore dell’area mediterranea, fa pensare a insediamenti stabili e più complessi rispetto a quelli di emergenza finora ipotizzati per fronteggiare l’avanzata dei barbari. L’ipotesi avanzata fin da subito dai ricercatori è infatti che, tra il IX e XII secolo, l’abitato di Torcello fosse costituito da un villaggio di abitazioni in legno su due piani, affacciate sul mare e dotate di ampi cortili, all’interno delle quali, e precisamente al piano terra, i suoi abitanti conducevano attività artigianali e commerciali, mantenendo contatti con il Mediterraneo fino alle coste africane. 

Tali abitazioni erano costruite su una grande base di argilla, probabilmente per isolarle dall’umidità, e potevano contare sulla fornitura di acqua piovana appositamente filtrata da un pozzo alla veneziana, profondo quasi due metri e costruito con materiali di recupero di età romana, straordinario rinvenimento dello scavo ancora oggi funzionante. 
Sembra dunque che i ritrovamenti di questa campagna di scavo abbiano avviato nuove riflessioni sulla storia delle origini di Venezia e sul ruolo di Torcello, quest’ultimo non più ipotizzabile come primo e provvisorio baluardo in difesa dalla pressione dei barbari, come vuole la leggenda, ma piuttosto come un centro abitativo di derivazione altinate formatosi nel tempo, ancora prima dell’insediamento religioso, prevalentemente per motivi commerciali.

Lo scavo, preceduto da una prima campagna di survey strumentale, in collaborazione con l’Università di Reading (Gran Bretagna), ha costituito inoltre un’occasione formativa per un gruppo di 12 giovani operatori dei beni culturali (archeologi, archeometri e restauratori) che hanno potuto sperimentare, in un moderno cantiere di alta formazione, le diverse fasi di realizzazione di uno scavo archeologico, dalla formazione in aula e in cantiere alle attività di laboratorio, di analisi e di studio dei reperti. 

In via eccezionale il cantiere è stato aperto alla cittadinanza e ai turisti nel corso di alcune giornate (dal 14 al 17 marzo e dal 13 al 14 aprile) durante le quali l’équipe scientifica si è resa disponibile a guidare i visitatori, illustrando il significato degli scavi e dei ritrovamenti. Al termine delle visite guidate, è stata offerta ai visitatori l’opportunità di accedere gratuitamente al Museo Provinciale di Torcello.

Il cantiere archeologico a Torcello è stato ufficialmente chiuso con le ultime attività di scavo lunedì 29 aprile 2013, cui sono seguite le operazioni di copertura, necessarie al fine di preservare e mettere in sicurezza tutti i bacini stratigrafici emersi. Ora la parola passa agli studiosi che, presso i laboratori dell’Università Ca’ Foscari, hanno già avviato le operazioni di lavaggio e di analisi di tutti i reperti archeologici raccolti.

Gli esiti dello scavo archeologico saranno raccolti e resi pubblici attraverso una pubblicazione scientifica, comprensiva anche dei contributi di precedenti scavi non ancora editi, che consentirà di ricostruire un quadro scientifico della storia di Torcello attraverso i ritrovamenti effettuati nel passato e alla luce delle più recenti scoperte. È in corso di realizzazione, inoltre, una pubblicazione con carattere più divulgativo su Torcello, concepita come una breve guida "virtuale" dell'isola e delle evidenze archeologiche emerse, a partire dalla cartografia più antica fino ai nuovi dati emersi dalle recenti campagne di scavo.

È prevista infine una conferenza illustrativa dei lavori, rivolta alla popolazione residente, da svolgersi sull’isola di Burano all’inizio dell’estate 2013. 

(Notizia inserita il 20/05/2013)
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Avviate le attività di inventariazione, catalogazione e digitalizzazione di beni archeologici  

 Il giorno 04/10/2011 i candidati risultati idonei, come da graduatoria definita con Decreto n. 29 del 26/09/2011, hanno sottoscritto i rispettivi contratti di incarico di collaborazione coordinata continuativa, finanziati nell'ambito del progetto SHARED CULTURE: in particolare per il profilo A Raffaella Bortolin e Giulia Deotto, per il profilo B Claudia Casagrande, Ada Gabucci, Vincenzo Gobbo e Alessandra Toniolo.
I singoli contratti, della durata di 12 mesi, prevedono lo svolgimento di attività di catalogazione, inventariazione e digitalizzazione di materiale archeologico per un totale di circa 1600 schede che saranno riversate nella Catalogo Regionale dei beni culturali. 
(Notizia inserita il 20/10/2011)  
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Approvata la graduatoria dei 6 Co.Co.Co.

Con Decreto del Dirigente dell'UC Progetti Strategici e Politiche Comunitarie n. 29 del 26/09/2011 è stata approvata la graduatoria relativa alla procedura comparativa per curricula per l'individuazione di n. 6 collaboratori per lo svolgimento di attività di inventariazione, catalogazione e digitalizzazione nell'ambito del progetto SHARED CULTURE.
Per maggiori informazioni vai alla sezione Bandi del progetto SHARED CULTURE.
(Notizia inserita il 28/09/2011) 
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Pubblicato il concorso per l'individuazione di 6 Co.Co.Co per attività di inventariazione, catalogazione e digitalizzazione di beni archeolgici.

Il 26/08/2011 è stato pubblicato nel sito web della Regione del Veneto l'avviso di procedura comparativa per curricula per l'individuazione di n. 6 collaboratori per lo svolgimento di attività di inventariazione, catalogazione e digitalizzazione nell'ambito del progetto SHARED CULTURE. La durata del contratto è di 12 mesi non rinnovabilI nè prorogabilI. Il bando scade il 16/09/2011.
Per maggiori informazioni vai alla sezione Bandi del progetto SHARED CULTURE.
(Notizia inserita il 30/08/2011)
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Data ultimo aggiornamento: 26 febbraio 2015