La Legge 125/1991

L’adozione di politiche per la conciliazione, quindi, comporta vantaggi per gli individui, le aziende, il territorio di riferimento, come è dimostrato da numerosi studi effettuati in ambito nazionale ed europeo.
Con la Legge 10 aprile 1991, n. 125 Azioni positive per la realizzazione della parità uomo-donna nel lavoro le istituzioni nazionali, consapevoli di tali vantaggi, hanno iniziato a promuovere l’introduzione di pari responsabilità familiari e di conciliazione tra vita lavorativa e familiare.
Le disposizioni contenute nella Legge hanno lo scopo di favorire l’occupazione femminile e di realizzare l’uguaglianza sostanziale tra uomini e donne in ambito lavorativo, anche mediante l’adozione di misure, denominate azioni positive, al fine di rimuovere gli ostacoli che di fatto impediscono la realizzazione di
pari opportunità.
La stessa legge ha istituito le figure di Consigliera di Parità Nazionale, Regionale e Provinciale attribuendo loro, nello specifico, il compito di vigilare e perseguire le discriminazioni sul lavoro e promuovere le politiche di conciliazione tra vita familiare e vita lavorativa. Tali compiti sono stati ribaditi anche nel recepimento della Direttiva Europea 54/2006.
Le azioni positive della Legge 125/1991 incentivano la diversificazione nelle scelte di lavoro attraverso l’orientamento scolastico e la formazione professionale, superando i fattori che possono creare discriminazioni nell’organizzazione del lavoro e promuovendo l’inserimento delle donne nei settori professionali in cui sono sottorappresentate.
La Legge, attraverso stanziamenti di fondi rivolti a datori di lavoro pubblici e privati, organizzazioni
sindacali, centri di formazione e associazioni ha senza dubbio contribuito a veicolare una cultura della conciliazione tra gli attori interessati e ha rappresentato una normativa all’avanguardia
a favore dell’occupazione femminile.



Data ultimo aggiornamento: 29 febbraio 2024